Il quesito
Risposta di: Stefano ANDREANI

In primo luogo, la clausola citata ci pare abbastanza confusa; il rapporto con il gestore del bar (ciò vale anche per l’alloggio sovrastante, e ancor più chiaramente per l’utilizzo degli impianti):
– è un sub-affitto, ovvero un contratto fra la a.s.d. e il gestore del bar
– o un rapporto diretto fra Comune e gestore del bar, nel quale la a.s.d. riveste solo il ruolo di incaricato della riscossione, dato che “riscuote per conto del Comune”?
In secondo luogo, ci lascia perplessi il fatto che un importo definito “corrispettivo” sia non assoggettato a IVA.
In terzo luogo, il fatto che tale importo non sia fisso e predeterminato, ma sia determinato sulla base dell’andamento dei ricavi (di chiunque essi siano) e dei costi di gestione, è irrilevante ai fini del suo inquadramento fiscale.
Ciò premesso, non si possono che applicare le regole generali del sistema IVA: l’importo corrisposto dal Comune non è soggetto a IVA solo se si tratti di un contributo a fronte del quale l’a.s.d. non è tenuta a svolgere alcun compito.
Se invece, e ovviamente la sede per svolgere questa indagine è proprio l’atto di concessione, l’a.s.d. è tenuta a fornire prestazioni al Comune (e ricordiamo che fra le prestazioni sono comprese anche le ”obbligazioni di fare, di non fare e di permettere quale ne sia la fonte”, come recita l’art. 3 del D.P.R. 633/72) allora l’importo da quest’ultimo corrisposto è il corrispettivo per tali prestazioni, quindi attività commerciale, da assoggettare a IVA.