Il quesito
Risposta di: Donato FORESTA
L’organizzazione di tornei può considerarsi per una a.s.d. un’attività svolta in conformità alle finalità statutarie di promozione della disciplina sportiva praticata.
In quanto tale i corrispettivi per la partecipazione non sono assoggettabili a tassazione (ires/irap/iva) se provenienti da propri associati, tesserati o anche da altre associazioni appartenenti alla medesima federazione o enti di promozione sportiva e che svolgano la medesima attività, così come previsto dall’art. 148, co.3, d.p.r. 917/86 (T.U.I.R.)
Ciò certamente per la quota di iscrizione “pura” al torneo. Se tale quota comprende anche servizi collaterali quali appunto il vitto e alloggio, si ritiene che, essendo parte integrante dell’organizzazione dell’evento sportivo stesso, anche gli incassi percepiti a tale titolo siano decommercializzabili e quindi da non assoggettare a tassazione.
In tal caso sarà sufficiente emettere una ricevuta non fiscale omnicomprensiva (per partecipazione al torneo con spese di vitto e alloggio); conseguentemente i gestori dei ristoranti o hotel coinvolti nell’iniziativa rilasceranno un’unica fattura all’a.s.d. per l’intero totale speso presso il loro esercizio.
Poiché su quanto precede non vi è unanime consenso in dottrina, si ritiene che per supportare la posizione dianzi indicata qualche misura di comportamento prudenziale sia raccomandabile.
Nello specifico sarà opportuno che la componente della quota di partecipazione al torneo riferita al vitto e alloggio sia esattamente corrispondente alla spesa effettivamente sostenuta dall’associazione.
In altri termini diciamo che l’eventuale sussistenza di un margine di guadagno inteso come differenza tra la spesa effettivamente sostenuta presso i ristoranti e gli hotel e l’incasso percepito dai partecipanti possa far rilevare un intento speculativo da parte dell’a.s.d. organizzatrice. In tal caso le entrate riferite a questi servizi assumeranno una veste commerciale e quindi dovranno essere assoggettate a tassazione (ires, irap e iva) con obbligo di emissione di adeguata documentazione fiscale (ricevuta fiscale o fattura) ai soggetti paganti.
In alternativa a quanto sopra indicato e al fine di dirimere ogni dubbio fiscale al riguardo, l’a.s.d. potrà limitarsi a incassare le sole quote di pura partecipazione al torneo e a raccogliere il denaro dagli stessi partecipanti per poter pagare gli hotel e i ristoranti coinvolti nell’iniziativa, fungendo di fatto da mero collettore di denaro che l’a.s.d. raccoglie e consegna direttamente agli esercenti i servizi di ristorazione e albergo. In pratica, trattasi di pagamenti effettuati “in nome e per conto” dei singoli atleti e che anche contabilmente dovrebbero essere indicati nello stato patrimoniale, come partite di giro, senza affluire tra i ricavi (gli incassi) e i costi (i pagamenti) propri dell’a.s.d..
La difficoltà maggiore di tale azione è che i gestori dei ristoranti/hotel dovranno emettere ricevuta o fattura ai singoli partecipanti e non più una sola fattura all’a.s.d. creando non pochi problemi organizzativi agli stessi gestori, con la necessità di dover ricevere tutti i dati anagrafici di dettaglio dei soggetti in caso di emissione di fattura.