Il quesito
Risposta di: Stefano ANDREANI
In primo luogo si segnala l’importanza che le s.s.d. siano affiliate presso qualche Ente di promozione sportiva – quindi iscritte al Registro CONI – perché altrimenti sarebbero S.r.l. ordinarie, non avendo appunto la “certificazione di sportività” attribuita dal CONI in virtù dell’iscrizione nel Registro. E come tali dovrebbero sottostare alle disposizioni tributarie ordinarie e non potrebbero avvalersi delle agevolazioni dettate per il settore sportivo dilettantistico.
Ma attenzione, perché proprio in quanto iscritte al Registro CONI, la posizione di A ci pare estremamente delicata e ben difficilmente difendibile, atteso che è vero che la prevalenza ovvero esclusività dei ricavi commerciali non fa perdere automaticamente la qualifica di no profit, ma “mettere a disposizione il proprio pilota” non configura certamente, da solo, esercizio di attività sportiva dilettantistica e conseguentemente ciò che viene a mancare è proprio l’esercizio di tale attività.
Se invece quella descritta nel quesito è solo una delle attività svolte da A, e in forza di esse si è in grado di dimostrare che la soceità svolge effettivamente e prevalentemente attività sportiva dilettantistica, allora la questione potrebbe essere meglio difendibile.
I problemi fiscali, come già anticipato, potrebbero conseguire dalla contestazione della qualifica stessa di s.s.d., e quindi della spettanza di tutte le agevolazioni fiscali a essa connesse.