Il quesito
Risposta di: Barbara AGOSTINIS

Al fine di rispondere al quesito posto dal gentile lettore, è doveroso muovere dalla fonte di riferimento, ovvero l’art. 29 del d. lgs. 36/21, secondo cui “1. Le società e le associazioni sportive, le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva, anche paralimpici, il CONI, il CIP e la società Sport e salute s.p.a., possono avvalersi nello svolgimento delle proprie attività istituzionali di volontari che mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per promuovere lo sport, in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro, neanche indiretti, ma esclusivamente con finalità amatoriali. Le prestazioni dei volontari sono comprensive dello svolgimento diretto dell’attività sportiva, nonché della formazione, della didattica e della preparazione degli atleti”.
Il disposto normativo citato sembra chiaro nel circoscrivere la possibilità di avvalersi di volontari “sportivi” esclusivamente per le attività istituzionali, che, per espresso chiarimento legislativo, sono comprensive “dello svolgimento diretto dell’attività sportiva, nonché della formazione, della didattica e della preparazione degli atleti”.
È evidente che, se, da un lato, il tenore letterale dell’articolo richiamato consente di escludere con certezza alcune figure di collaboratori dai volontari “sportivi” (si pensi, ad esempio, al giardiniere o al custode, i quali se prestano la loro opera gratuitamente, vanno inquadrati come volontari “ordinari”), dall’altro, il riferimento alle attività istituzionali (anziché alla pratica sportiva) sembra permettere (soprattutto in ambito associativo) l’inclusione di figure la cui presenza è fondamentale per la realizzazione di attività strumentali e finalizzate all’esercizio della pratica sportiva: il riferimento è appunto alla segretaria che si occupa di fare sottoscrivere le domande di ammissione a socio o di tesseramento, nonché di tutti gli adempimenti burocratici utili al corretto svolgimento di attività istituzionali.
Al riguardo, è doveroso ricordare che anche la segretaria, come, del resto, tutti i collaboratori volontari, deve essere un “vero volontario”, che presta la propria attività a titolo gratuito: ai sensi dell’art. 29, comma 2, del d. lgs. 36/21, infatti, “Le prestazioni dei volontari sportivi di cui al comma 1 non sono retribuite in alcun modo, nemmeno dal beneficiario”.
Né sembra potersi attribuire alla segretaria “i rimborsi forfettari per le spese sostenute per attività svolte anche nel proprio comune di residenza, nel limite complessivo di 400 euro mensili, in occasione di manifestazioni ed eventi sportivi riconosciuti dalle Federazioni sportive nazionali, dalle Discipline sportive associate, dagli Enti di promozione sportiva, anche paralimpici, dal CONI, dal CIP e dalla società Sport e salute S.p.a.” (sempre art. 29 comma 2), posto che la disposizione normativa in tal caso è chiara nel riferire la possibilità di erogare tali somme “ai volontari sportivi”; è, tuttavia, opportuno verificare tale indicazione di ordine generale con le previsioni del proprio organismo affiliante, a cui il legislatore ha espressamente demandato il compito di individuare “con proprie deliberazioni, le tipologie di spese e le attività di volontariato per le quali è ammessa questa modalità di rimborso”.