Il quesito
La nostra associazione sportiva, iscritta ad un ente di promozione sportiva, al Registro CONI e all’Albo Regionale delle Associazioni sportive, intende svolgere la sua attività soprattutto nel periodo estivo. L’attività riguarderebbe tutti gli sport praticabili in spiaggia e al mare in genere come ad esempio: beach soccer, beach volley, nuoto, canoa, ecc.. e si svolgerà presso uno stabilimento balneare che metterebbe a nostra disposizione zone d’ombra, sdraie, docce e i natanti che utilizzeremo per i nostri corsi. Non intendiamo effettuare attività di tipo agonistico per assicurare un clima più vacanziero e ludico anziché competitivo. Le diverse discipline sportive saranno praticate secondo un programma definito all’inizio della stagione e l’insegnamento delle stesse affidato a tecnici qualificati. Durante le pause, tra un corso e l’altro, un gruppo di educatori organizzerà giochi di società e attività per intrattenere i ragazzi. Il servizio potrà essere svolto anche a favore di amministrazioni comunali che con specifico finanziamento intendono farsi carico dei costi di tesseramento e dei servizi specifici dalla nostra associazione. Il trasporto dei bambini dai comuni alla spiaggia sarebbe effettuato da un bus a noleggio con costi a nostro carico. Infine, per alcuni bambini che, si prevede, potrebbero farne richiesta potremmo garantire il servizio mensa presso un chiosco disponibile ad ospitare i nostri giovani allievi. I pasti verrebbero forniti da un’azienda di catering e agli iscritti verrebbe addebitato solo il costo del pasto e dei collaboratori assistenti al momento del pranzo. Si chiede: A) viste le perplessità in merito al riconoscimento dell’attività sportiva in assenza di attività agonistica o, comunque, con prevalente attività non agonistica, il progetto rischierebbe di crearci dei problemi di carattere fiscale tenuto conto che abbiamo optato per la 398/91? A nostro avviso NO, visto l’articolo 35, comma 5, del d.l. n. 207 del 2008, che ha previsto quanto segue: “ nelle parole « esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche » contenute nell’articolo 67, comma 1, lettera m), del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, sono ricomprese la formazione, la didattica, la preparazione e l’assistenza all’attività sportiva dilettantistica ”, che è quanto noi facciamo. B) Il servizio prestato a favore dei bambini iscritti con oneri a carico delle amministrazioni comunali di residenza potremo fatturarlo ai comuni in esenzione da Iva, così come previsto dal disposto dell’art. 10 n. 20 d.p.r. n. 633/72, richiamato dalla circ. 22/E del 18 marzo 2008 (“ Sono riconducibili nell’ambito applicativo del beneficio dell’esenzione dall’IVA di cui all’articolo 10, n. 20) del DPR n. 633 del 1972, le prestazioni educative, didattiche e formative approvate e finanziate da enti pubblici (Amministrazioni statali, Regioni, Enti locali, Università, ecc. ”)? C) Poiché per lo stesso servizio di cui al punto B) sarà stipulata specifica convenzione, di cui all'articolo 8, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, come sostituito dall'articolo 9, comma 1, lettera g), del decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517, sarebbe corretto non considerarli compensi di carattere commerciale ma attinenti l’attività istituzionale? D) Con riferimento ai pasti che si prevede di somministrare esclusivamente ai soci, è corretto non applicare l’iva e ritenere gli stessi di natura non commerciale (de-commercializzati?). Grazie per l’attenzione - Il presidente Risposta a cura del dott. Donato Foresta, Collaboratore della Redazione di Fiscosport - Milano
Risposta di: Donato FORESTA

La nostra associazione sportiva, iscritta ad un ente di promozione sportiva, al Registro CONI e all’Albo Regionale delle Associazioni sportive, intende svolgere la sua attività soprattutto nel periodo estivo. L’attività riguarderebbe tutti gli sport praticabili in spiaggia e al mare in genere come ad esempio: beach soccer, beach volley, nuoto, canoa, ecc.. e si svolgerà presso uno stabilimento balneare che metterebbe a nostra disposizione zone d’ombra, sdraie, docce e i natanti che utilizzeremo per i nostri corsi. Non intendiamo effettuare attività di tipo agonistico per assicurare un clima più vacanziero e ludico anziché competitivo. Le diverse discipline sportive saranno praticate secondo un programma definito all’inizio della stagione e l’insegnamento delle stesse affidato a tecnici qualificati. Durante le pause, tra un corso e l’altro, un gruppo di educatori organizzerà giochi di società e attività per intrattenere i ragazzi. Il servizio potrà essere svolto anche a favore di amministrazioni comunali che con specifico finanziamento intendono farsi carico dei costi di tesseramento e dei servizi specifici dalla nostra associazione. Il trasporto dei bambini dai comuni alla spiaggia sarebbe effettuato da un bus a noleggio con costi a nostro carico. Infine, per alcuni bambini che, si prevede, potrebbero farne richiesta potremmo garantire il servizio mensa presso un chiosco disponibile ad ospitare i nostri giovani allievi. I pasti verrebbero forniti da un’azienda di catering e agli iscritti verrebbe addebitato solo il costo del pasto e dei collaboratori assistenti al momento del pranzo. Si chiede: A) viste le perplessità in merito al riconoscimento dell’attività sportiva in assenza di attività agonistica o, comunque, con prevalente attività non agonistica, il progetto rischierebbe di crearci dei problemi di carattere fiscale tenuto conto che abbiamo optato per la 398/91? A nostro avviso NO, visto l’articolo 35, comma 5, del d.l. n. 207 del 2008, che ha previsto quanto segue: “ nelle parole « esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche » contenute nell’articolo 67, comma 1, lettera m), del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, sono ricomprese la formazione, la didattica, la preparazione e l’assistenza all’attività sportiva dilettantistica ”, che è quanto noi facciamo. B) Il servizio prestato a favore dei bambini iscritti con oneri a carico delle amministrazioni comunali di residenza potremo fatturarlo ai comuni in esenzione da Iva, così come previsto dal disposto dell’art. 10 n. 20 d.p.r. n. 633/72, richiamato dalla circ. 22/E del 18 marzo 2008 (“ Sono riconducibili nell’ambito applicativo del beneficio dell’esenzione dall’IVA di cui all’articolo 10, n. 20) del DPR n. 633 del 1972, le prestazioni educative, didattiche e formative approvate e finanziate da enti pubblici (Amministrazioni statali, Regioni, Enti locali, Università, ecc. ”)? C) Poiché per lo stesso servizio di cui al punto B) sarà stipulata specifica convenzione, di cui all'articolo 8, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, come sostituito dall'articolo 9, comma 1, lettera g), del decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517, sarebbe corretto non considerarli compensi di carattere commerciale ma attinenti l’attività istituzionale? D) Con riferimento ai pasti che si prevede di somministrare esclusivamente ai soci, è corretto non applicare l’iva e ritenere gli stessi di natura non commerciale (de-commercializzati?). Grazie per l’attenzione - Il presidente Risposta a cura del dott. Donato Foresta, Collaboratore della Redazione di Fiscosport - Milano
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