Dalla lettura delle domande e delle relative risposte fornite sul sito dell’ISTAT, risulta infatti facilmente percepibile quali siano le aree di operatività del mondo non profit sulle quali sia posta maggiore attenzione ed è altresì interessante confrontare tali quesiti con le domande del modello EAS.
Possiamo addirittura affermare che – nonostante rappresentino ulteriori adempimenti in un mondo per lo più costituito da volontari che con difficoltà riescono a fare fronte a tutti gli obblighi imposti dalla legge – le domande poste ai dirigenti dal modello EAS e dal censimento hanno sicuramente migliorato la loro sensibilità ad affrontare problematiche di natura amministrativa e contabile che spesso vengono valutate come di secondo ordine rispetto all’ambito propriamente sportivo.
E’ infatti sicuramente vero che l’obiettivo prioritario di una associazione o società sportiva dilettantistica sia rappresentato dal conseguimento delle finalità istituzionali di natura sportiva, ma è altresì vero che attualmente nessun ente sportivo può prescindere dal dotarsi di una idonea organizzazione che consenta altresì di adempiere a quanto richiesto dalla legge o dallo statuto affichè tale ente possa mantenere la propria connotazione sportiva dilettantistica.
Pensiamo alla tenuta del libro soci e dei libri verbali, al monitoraggio della scadenza dei certificati medici, alla necessità di contrattualizzare tutti i rapporti con i collaboratori, alla verifica del pagamento delle quote associative e di frequenza dei corsi, all’attenta conservazione dei documenti di spesa e di entrata al fine della predisposizione del rendiconto annuale,…
Sono solo alcuni degli adempimenti imprescindibili affinchè un’associazione o società sportiva possa ritenere di gestire la propria attività. Sono però adempimenti per i quali i dirigenti sportivi nutrono una naturale avversione, in quanto “distolgono” loro dal vero e proprio settore sportivo: vengono spessi letti quale inutile dispendio di energie, una perdita di tempo …
In tale contesto, il questionario ISTAT e il modello Eas possono essere letti quali strumenti “educativi” per il dirigente, un’occasione per iniziare a comprendere come le informazioni richieste non possano prescindere da una corretta, attenta e rigorosa organizzazione interna. Organizzazione che – per adesso solo da taluni – è stata letta quale nuova modalità di gestione, in grado di apportare maggiore efficacia ed efficienza anche al comparto sportivo in senso stretto.
Fatta questa premessa, ripercorriamo insieme gli aspetti ritenuti salienti dal questionario ISTAT.
Risorse umane
I quesiti posti al riguardo, hanno aiutato i dirigenti sportivi a comprendere le diverse tipologie contrattuali, ad interrogarsi circa la corretta connotazione dei rapporti di collaborazione retribuiti e di quelli volontari.
Risorse economiche
Innanzitutto è stata posta l’attenzione sulla distinzione tra le diverse modalità di predisposizione del rendiconto: cassa, competenza e misto. Sono state inoltre distinte e chiarite alcune specifiche voci di ricavo (o incasso) e di costo (o spesa), probabilmente indirizzando il dirigente all’adozione di una nuova modalità di rendicontazione.
Si è ribadito che non si può prescindere dalla predisposizione, approvazione del rendiconto.
Modalità organizzative
Numero di associati, partecipazione alle assemblee, partecipazione ai consigli direttivi,
Ambito formale
Esatto luogo di esercizio dell’attività, clausole statutarie specificatamente richieste dalla legge: sono aspetti ritenuti scontati, ma purtroppo talvolta risultanti carenti.
Riteniamo che le richieste del questionario possano rappresentare per i dirigenti sportivi una preziosa indicazione delle informazioni che dovranno essere in grado di fornire e documentare in caso di verifica e possano in tal modo migliorare la consapevolezza del loro ruolo.
* Patrizia Sideri, Dottore Commercialista e Revisore contabile in Siena