Dal d.p.c.m. 16/03/2007 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 127 del 04/06/2007 arriva la conferma dell’obbligo dell’invio entro il 30/06/2007 di un’autocertificazione nella quale confermare la sussistenza delle condizioni previste dall’art. 1, comma 1234, legge 296/06.
All’autocertificazione devono essere allegati:
- la copia della ricevuta telematica di avvenuta trasmissione nei termini della domanda di iscrizione
- la copia fotostatica in carta libera di un documento di identità del rappresentante legale dell’ente
L’autocertificazione deve essere conforme (nel contenuto) al modello previsto dall’Agenzia delle Entrate e deve essere inviato a mezzo raccomandata .A.R. alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate nel cui ambito territoriale si trova il domicilio fiscale dell’ente.
Occorre perciò fare attenzione perché il mancato invio dell’autocertificazione comporta l’automatica esclusione dagli elenchi.
I controlli sulle autocertificazioni saranno effettuati anche a campione entro il prossimo 31/12/2007 e, qualora non risultasse la sussistenza dei requisiti, si procederà alla cancellazione dell’ente dall’elenco. La quota di 5 per mille che risulterà destinata agli enti cancellati dall’elenco, andrà ad aumentare la quota del “resto” da suddividere tra gli enti in base alle preferenze espresse.
Fermo restando che per “preferenze espresse” si intende il 5 per mille calcolato sulla “I.R.Pe.F. dovuta” dal contribuente che ha effettuato la scelta nella propria dichiarazione, sono due le novità nel d.p.c.m. 16/03/2007:
- è ammessa la presenza di uno stesso ente in uno o più elenchi, con il che se un ente è una O.n.l.u.s. e anche un ente di ricerca scientifica o sanitaria, gli sarà assegnato il 5 per mille dell’I.R.Pe.F. in base alle preferenze espresse e parteciperà a due o più ripartizioni dei resti
- se per errore un contribuente appone la firma in un riquadro e il codice fiscale in un altro, vale l’indicazione del codice fiscale.
Queste disposizioni valgono anche per la ripartizione del 5 per mille relativo all’anno scorso.
Nulla ancora si dice ancora circa l’individuazione di un criterio per la ripartizione dei resti. Dall’esame degli elenchi infatti emerge che molti enti hanno ricevuto poche preferenze ma hanno diritto alla ripartizione della quota del 5 per mille rimasta senza una precisa destinazione.
Per capire di cosa si sta parlando, facciamo un esempio.
Per l’anno 2006 vi sono più di 800.000 contribuenti che hanno destinato al settore O.n.l.u.s. il loro 5 per mille, ma senza esprimere una destinazione ad un ente. Ponendo il caso che ogni dichiarazione generi 15 euro di quota I.R.Pe.F. (dato assolutamente casuale) abbiamo una quota inoptata di 12 milioni di euro. Su queste grandezze, anche lo scarto di un millesimo comporta lo scostamento di 12.000 euro.
E’ vero che i decimali dopo la virgola valgono poco, ma se la grandezza su cui calcolare la percentuale è sufficientemente grande, è possibile raggiungere importi interessanti.