Patrizia SIDERI
0 POSTS
0 COMMENTS
Dottore commercialista e revisore legale in Siena, con specializzazione pluriennale nel settore non profit e sportivo dilettantistico, compresa la consulenza direzionale per il controllo di gestione e per il project financing delle realtà più strutturate.
Autore di numerosi articoli in materia di associazioni e società sportive, docente in corsi, seminari e giornate di studio organizzate fra altri da CONI, Federazioni ed Enti di promozione sportiva, Fondazione nazionale dei commercialisti, Ordini locali dei commercialisti.
Consulente della Scuola dello Sport Toscana.
Socio e componente del comitato di redazione della rivista on-line “Fiscosport”.
articolo riservato agli abbonati
FAQ sulla Riforma: i volontari
Riportiamo di seguito alcuni quesiti giunti in redazione relativi ai volontari. Le domande sono state raggruppate in un unico articolo ed è stata data risposta sotto forma di FAQ
articolo consultabile liberamente
La Circolare INL sul lavoro sportivo: disattese le aspettative degli operatori
È stata pubblicata la circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sul lavoro sportivo (Circolare INL n. 2, del 25 ottobre 2023): si tratta, in sostanza, di un riepilogo a uso del personale ispettivo del dettato normativo
articolo riservato agli abbonati
Regime forfettario e partecipazione di controllo in una SRL con stessa attività economica
Il caso dell’istruttore titolare partita IVA che svolge attività all’interno della SSD partecipata è frequente. Sono numerose le società sportive dilettantistiche a ristretta base societaria, al cui interno i soci operavano sotto forma di collaboratori sportivi ex art. 67 TUIR; oggi, in alcuni casi tali soggetti stanno valutando se aprire la partita IVA e si interrogano circa l’applicabilità del regime forfetario. Qual è la posizione dell'Agenzia delle Entrate sul punto?
articolo consultabile liberamente
Trattamento fiscale delle quote associative diversificate
Una a.s.d. ASD affiliata a EPS, iscritta al RAS, e riconosciuta CONI che non si avvale della 398, non svolge alcuna attività commerciale e non ha partita IVA, rivolge la sua attività (corsi di apnea, subacquea e acquaticità) unicamente ai propri associati e utilizzando una piscina che il Comune mette a disposizione con contratto di concessione stagionale e a fronte della quale vengono pagati canoni di utilizzo. Gli associati versano annualmente la prevista quota di associazione, che consente a tutti indistintamente i medesimi diritti, doveri e servizi: si vorrebbe però introdurre una quota associativa diversa (e di importo maggiore) che consentirebbe anche l'utilizzo della piscina (se e quando libera da impegni connessi ai corsi istituzionali); sarebbe a scelta dell'associato optare annualmente fra una quota, diciamo, "base" (di importo minore) oppure "full" (di importo maggiore, per ora non definito) se fosse di suo interesse frequentare la piscina.
Va comunque puntualizzato che la maggiorazione della quota full nemmeno lontanamente coprirebbe i costi del canone di concessione, ma sarebbe un mero contributo a detti costi. Tenendo presente che la piscina è l'elemento preminente nelle attività dell'associazione e che a livello statuto fra gli scopi si cita anche quello di ".. organizzare attività̀ ricreative e culturali a favore di un migliore utilizzo del tempo libero dei soci", si chiede se questa impostazione consente di considerare (o meno) decommercializzati gli incassi dalle quote associative "full" e se si vada comunque a ledere il carattere di democraticità con le conseguenze del caso.
articolo consultabile liberamente
La normativa antipedofilia alla luce della Riforma dello sport
La nuova qualificazione di “lavoratori” agli operatori in ambito sportivo che percepiscano compensi (tecnici, istruttori, allenatori, …) implica che torni applicabile nei confronti dei sodalizi sportivi che fanno attività con i minori, la cosiddetta “legge antipedofilia”
articolo riservato agli abbonati
Riforma dello Sport: il nuovo inquadramento dei lavoratori dal 1° luglio 2023
In attesa che sia completato il quadro normativo sulla riforma del lavoro sportivo, in vista della decorrenza della nuova disciplina a partire dal prossimo 1° luglio, riteniamo di fare cosa gradita ai nostri lettori offrendo un riepilogo delle principali disposizioni e degli adempimenti da effettuare
articolo consultabile liberamente
Allenatore di pallavolo con partita IVA
Una persona fisica svolge nel tempo libero l'attività di allenatore di pallavolo per due squadre di diversa categoria ma facenti parte della medesima a.s.d. Per tale attività in questi anni ha percepito compensi ex art. 67 lett. m per un importo indicativamente di € 7.000 annui. La persona è altresì titolare di una partita IVA in regime forfetario con la quale svolge l'attività di ingegnere. Ora, alla luce della riforma del lavoro sportivo e a decorrere dal 1 luglio 2023, tale soggetto sta valutando l'opportunità di svolgere l'attività di allenatore tramite la propria partita IVA di libero professionista. Detto ciò, la cosa, come sembra, è fattibile? Se sì, come devono essere gestiti i due tipi di ricavo ai fine della compilazione del modello Redditi affinché vengano tenute separate le due attività e le esenzioni previdenziali previste dalla riforma dello sport?
articolo riservato agli abbonati
Tempo di bilancio per le a.s.d.
Le associazioni, di norma entro i primi quattro mesi dell’esercizio sociale (30 aprile, per le associazioni che hanno l’esercizio sociale coincidente con l’anno solare), approvano in assemblea ordinaria il proprio rendiconto economico-finanziario: si tratta di una adempimento che trova conferma anche nel testo della Riforma dello sport
articolo riservato agli abbonati
Compensi chilometrici a volontari entro il comune di residenza
Come sappiamo, ai volontari in ambito sportivo non è possibile riconoscere alcun compenso, dovrebbe comunque essere possibile riconoscere i rimborsi chilometrici. I rimborsi km, come indicato nella r.m. 38/E 2014, hanno un diverso trattamento fiscale se riferibile a spostamenti all'interno o all'esterno del territorio comunale di residenza del percipiente ma non hanno natura differente. Il rimborso km (anche) forfettario all'interno del Comune, se di importo sotto franchigia, non costituisce reddito. Il rimborso km non forfettario per spostamenti fuori dal Comune di residenza del percipiente non costituisce mai reddito. Hanno un diverso trattamento fiscale ma sembrano avere la stessa natura ("non concorrono a formare il reddito"). Ciò detto, il volontario potrebbe ricevere rimborsi chilometrici anche per spostamenti all'interno del Comune sotto franchigia senza perdere lo status di volontario? Se sì, quale sarebbe la franchigia considerando che la stessa, sia ante riforma che post, serve a determinare la soglia oltre la quale si è soggetti ad imposte e contributi? Diversamente, però, non si vede come possa essere differente la situazione del volontario che percepisce rimborsi chilometrici non forfettari fuori comune. Grazie
articolo consultabile liberamente
Il nuovo Regolamento per il Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche
Con Decreto del Capo del Dipartimento per lo Sport è stato approvato il nuovo Regolamento che disciplina la tenuta, la conservazione e la gestione del Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche ai sensi dell’art. 11, Decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 39
Ultimi articoli
Le più importanti scadenze fiscali entro il 16 dicembre 2024
Di seguito gli adempimenti più importanti con scadenza entro il 16 dicembre 2024. Altre scadenze sul sito dell'Agenzia delle Entrate: in particolare per le associazioni senza Partita IVA (categoria G) e per le associazioni con Partita IVA (categoria E)