Giurisprudenza

Dalla Corte d’Appello di Firenze (sent. n. 197/2017) buone notizie per i compensi sportivi

Pochi giorni dopo la sentenza del Tribunale di Milano n. 3308/2016, ampiamente commentata (e criticata) nell’ultima newsletter, la recente sentenza 197/2017 della Corte d’Appello di Firenze, Sezione Lavoro, afferma l’esatto contrario, recependo con puntualità e correttezza le indicazioni date dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro con la recente Circolare n. 1 del 1/12/2016 in tema di professionalità dei rapporti di collaborazione con i sodalizi sportivi.

Dal Tribunale di Milano una sentenza controcorrente, proprio quando sembrava che le regole sui...

Per la Sezione Lavoro (con la sentenza n. 3308/16 del 27/1/2017) non sono sufficienti l’iscrizione al Registro Coni e la pratica di attività sportiva dilettantistica ma è necessario anche l’ulteriore requisito rappresentato dalla natura non professionale dell’attività svolta dal collaboratore; esclusa l’agevolazione dell’art. 67 comma I lett. m) se le prestazioni sono abituali, rese con continuità e correlate al possesso di specifiche competenze tecniche.

Interessante sentenza della Commissione Provinciale di Lucca (n. 458 del 21.06.2016) in un caso...

Ancora una sentenza di C.T.P. in tema di responsabilità di presidenti di a.s.d. per debiti tributari delle associazioni: il caso della mediazione tributaria perfezionata ma con pagamento non completato.

Circoli ippici: i proventi da scuderizzazione cavalli godono della “decommercializzazione” ai fini IVA e...

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Dalla Commissione Tributaria Provinciale di Milano giunge una preziosa sentenza (la n. 9408/42/16 del 13 dicembre 2016) che, allineandosi alle precedenti interpretazioni giurisprudenziali relative alla qualificazione dei proventi derivanti dal mantenimento dei cavalli nei circoli ippici, ha il pregio di avvalorare i comportamenti adottati nel tempo dagli operatori del settore equestre.

Sul rapporto tra art. 90, c. 8, L. 289/2002 e art. 109 T.U.I.R.: la...

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La sentenza C.T.R. Ancona n. 839/06/16 del 16/11/2016 stabilisce due importanti principi: - l'art. 90, comma 8, L. 289/2002 prevede una presunzione ex lege circa la natura pubblicitaria delle spese di sponsorizzazione erogate in favore di A.S.D. - in caso di contestazione di emissione di fatture per operazioni inesistenti / sovrafatturazione da parte di A.S.D., l’onere della prova ricade sull’Agenzia delle Entrate

ALLA PROVA DEI FATTI IL “FAVOR REI” SUPERA L’ESAME IN UNA SENTENZA DA 10...

Una recente sentenza della C.T.P. di Parma riconosce l'applicazione retroattiva dell'art. 19, d.lgs n. 158 del 2015 ed esclude, nel caso esaminato, la decadenza dalle agevolazioni ex l. 398 a seguito di pagamenti non tracciabili "oltre soglia". Una decisione chiara, coerente, che va salutata con favore.

Perdura l’insostenibile “leggerezza” della giurisprudenza

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Come abbiamo salutato con grande favore molte sentenze che finalmente individuano principi condivisibili e li seguono con coerenza, questa volta ci troviamo a commentare criticamente quattro pronunce: tre di queste sostengono principi che non ci trovano d’accordo (Cass., ord. n. 1020/2016; Cass., sent. n. 8853/2016; C.T.R. Milano n. 1401/67/16), e una è purtroppo indice di come la correttezza che pretendiamo dall’Ufficio non sempre sia rispettata anche da parte delle a.s.d. (C.T.P. Pesaro, sent. 174/2016).

Favor rei, la Cassazione pone un limite. Ciò riguarda anche la questione dei pagamenti...

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Una recente sentenza di Cassazione si pronuncia sulla questione del favor rei, in un caso lontano dal mondo sportivo, escludendone l’applicazione. L’abbiamo esaminata attentamente, per comprendere se il ragionamento che essa svolge fosse o meno valido anche per la questione della perdita o meno dei benefici della Legge 398 in caso di incassi e pagamenti sopra soglia. E la conclusione non ci è piaciuta.

C.T.R. Veneto, sez. XXIV n. 1826/15 del 2/12/2015: ancora una volta la giustizia tributaria...

La scarsa partecipazione alle assemblee, la scarsa o insufficiente conoscenza degli statuti, la modalità di esercizio della pratica sportiva svolta anche a fronte di pagamenti per utilizzo di strumenti o per percorsi personalizzati, non sono elementi idonei ad inficiare la natura associativa di un’A.S.D. regolarmente costituita e riconosciuta a fini sportivi; ne consegue che l’Agenzia delle Entrate non può fondare la pretesa natura commerciale dell’ente su tali presupposti e negare applicazione dell’art. 148 TUIR. In ogni caso l’eventuale svolgimento di attività commerciale da parte dell’ente associativo sportivo dilettantistico non potrebbe comportare la perdita della qualifica di ente non commerciale stante il disposto dell’art. 149 TUIR .

Dalla C.T.R. del Veneto un nuovo riconoscimento alla pratica del fitness

Sulla premessa che il fitness è un’attività sportiva a tutti gli effetti - in quanto riconosciuta dal CONI, unico ente certificatore - e considerato che la scarsa partecipazione alle assemblee e la pratica di tariffe differenziate non consentono di riqualificare l’attività istituzionale in commerciale, la C.T.R. Veneto, sez. XXIV con sentenza n. 1708 depositata l'11/11/2015, annulla gli avvisi di accertamento emessi a carico di un’associazione sportiva dilettantistica operante nel settore del fitness, in riforma della sentenza di primo grado che invece aveva ritenute legittime le valutazioni dell’agenzia delle entrate.

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