Come già anticipato in due interventi su Fiscosport (Newsletter n. 4/2011 e Newsletter n. 5/2011), e confermato nella comunicazione del segretario generale CONI Raffaele Pagnozzi inviata in data 03 marzo 2011 ai Comitati Provinciali, CONI e Agenzia delle Entrate sono vicini a una soluzione definitiva del problema dell’iscrizione “tardiva” al Registro delle società e associazioni sportive da parte di quei sodalizi che hanno ottemperato a tale obbligo successivamente al 31 dicembre 2010.
Ripercorriamo i passaggi essenziali della questione.
La questione della mancata o tardiva iscrizione al Registro CONI da parte di società, di solito regolarmente affiliate a una federazione o ente di promozione sportiva, è stata posta in evidenza da una risoluzione parlamentare in data 3 febbraio 2010, a firma degli onorevoli Vannucci e Fluvi.
In data 19 aprile, nel corso di un’audizione in Commissione Finanze, il Direttore Befera aveva affrontato l’argomento, non potendo peraltro fare altro che rinviare, per la soluzione del problema, a CONI e legislatore.
A seguito dell’audizione, il CONI ha in effetti annunciato che, entro tempi brevissimi, avrebbe emanato un provvedimento di natura interpretativa (cioè valido anche per il passato) al fine di precisare che l’affiliazione di una società sportiva a una federazione sportiva nazionale (e a un ente di promozione sportiva) è titolo sufficiente per l’ottenimento del riconoscimento sportivo da parte del CONI e, quindi, per l’iscrizione al Registro.
Pochi giorni fa, il 18 maggio, si è tenuto l’incontro tra CONI e Commissione finanze della Camera dei Deputati in merito alla problematica questione, che tante criticità sta creando a numerose società e associazioni sportive dilettantistiche finite sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate. E proprio a tal fine il Consiglio Nazionale del CONI dovrebbe riunirsi a breve termine per emanare la delibera che faccia finalmente chiarezza circa la data di efficacia dell’iscrizione che, a partire dal 2/11/2005, certifica lo status sportivo dilettantistico delle società e associazioni, fondamentale anche ai fini della spettanza delle agevolazioni tributarie.
A questo punto l’Agenzia delle Entrate, o più probabilmente lo stesso legislatore, potranno mettere mano a una sorta di sanatoria, o riapertura dei termini, per regolarizzare l’omesso o tardivo adempimento dell’iscrizione al Registro CONI, sulla scorta di ciò che è già accaduto in materia di EAS.
Ricordiamo che il problema non è, numericamente parlando, di scarsa rilevanza: ad oggi, a fronte di circa 122mila società iscritte alle Federazioni Sportive, solo 104.000 circa risultano iscritte al Registro CONI, con una forbice che arriva quasi al 20% dei sodalizi. E il differenziale si amplierebbe se la stessa valutazione fosse effettuata con riferimento agli anni precedenti, raggiungendo valori ben più elevati in relazione ai primi anni di vigenza dell’obbligo (dal 2005 al 2007/2008), come confermano i numerosissimi accertamenti fiscali, di importo anche rilevante, che traggono lo spunto proprio dalla mancata iscrizione al Registro dei sodalizi sportivi.
Ben difficilmente gli effetti della sanatoria (o riapertura dei termini) dell’iscrizione al Registro porteranno peraltro benefici a quelle società sportive per le quali le contestazioni dell’Agenzia non si limitino alla omessa o tardiva registrazione al Registro CONI, ma siano relative anche ad eventuali altre violazioni, formali o sostanziali. Frequentemente, infatti, verifiche fiscali sorte a seguito della segnalazione dell’omessa iscrizione al Registro, si sono poi ampliate ad altre tipologie di contestazioni, più o meno rilevanti, che con il Registro nulla hanno a che fare.
Un passo decisivo verso la soluzione del problema è stato tuttavia intrapreso: l’on. Vannucci ha garantito che seguirà passo a passo l’evolversi della vicenda sino alla completa soluzione, e Fiscosport, come sempre, terrà aggiornati i dirigenti sportivi.