Al momento, non sappiamo quale regolamentazione verrà applicata e possiamo basarci esclusivamente sui documenti ad oggi disponibili.
Rappresenta indubbiamente un documento di ausilio per il dirigente sportivo le Linee Guida emanate il 4 maggio dal DM attuativo dell’art. 1, lett. g) del DPCM 26 aprile 2020, redatte sulla base del rapporto Lo sport riparte in sicurezza, versione del 26 aprile 2020, redatto dal Politecnico di Torino.
Nel rapporto, è riportato per ciascuna disciplina da parte della FSN di riferimento e degli EPS, lo specifico fattore di rischio: calcolato per ogni sito (SITO SPORTIVO 1, SITO DI ALLENAMENTO, SITO DI GARA / EVENTO, EVENTO / PUBBLICO), sulla base del così detto “MODELLO 3D” ( DISTANZA, DISPOSITIVI, DIGITALIZZAZIONE), oscillante da 0 a 4 (dove: 0=inesistente, 1=scarso, 2=Medio, 3=Alto, 4=elevato).
Il rapporto, ha pertanto la capacità di rappresentare in modo schematico ed immediato il fattore di rischio di ciascuna disciplina, sulla cui base dovranno poi essere elaborate le valutazioni propedeutiche alla riapertura.
Il documento analizza classifica le attività di pratica sportiva in classi di rischio via via crescente, sulla base dei seguenti elementi:
– numerosità di soggetti coinvolti,
– tipo di interazione tra i soggetti
– ambiente in cui tali attività vengono svolte.
La classe di rischio non è univocamente definita dal tipo di disciplina sportiva ma va identificata volta per volta sulla base delle modalità di svolgimento della stessa, per esempio differenziando tra situazioni di gara e situazioni di allenamento e – per le diverse fasi dell’allenamento – tra quelle che prevedono l’interazione di due o più soggetti e/o la condivisione di attrezzature, quelle che possono essere svolte all’aperto, quelle che necessitano di essere svolte al chiuso.
La valutazione del livello di interazione fra soggetti è generale e si applica a tutte le figure e ruoli impegnati nell’attività sportiva, siano essi atleti, assistenti, preparatori atletici, allenatori, arbitri, ufficiali di gara, giudici, ecc.
Per ogni disciplina sportiva, la classificazione della specifica attività svolta (da classe da 1 a 8) va reiterata per ciascuna delle casistiche che possono presentarsi nella pratica e le azioni di mitigazione da porre in atto saranno specifiche per l’attività.
CLASSE TIPOLOGIA DESCRIZIONE
1 Singoli all’aperto: il singolo atleta svolge attività individuale all’aperto
2 Singoli al chiuso: il singolo atleta svolge attività individuale al chiuso
3 A turni di accesso alla sede sportiva, all’aperto: un singolo atleta o un gruppo di atleti si alternano sul campo o nello stesso spazio o nell’utilizzo degli stessi attrezzi all’aperto
4 A turni di accesso alla sede sportiva, al chiuso: un atleta singolo o gruppo di atleti si alternano sul campo o nello stesso spazio o nell’utilizzo degli stessi attrezzi al chiuso
5 Di squadra o singoli, con campo separato: due o più gruppi di atleti/squadre si affrontano senza toccarsi
6 A coppie, all’aperto o al chiuso: due atleti interagiscono fisicamente sul campo, con ripetuti contatti
7 Di squadra, con campo condiviso: due gruppi di atleti/squadre si affrontano con contatto frequente
8 Assembramento e/o contatto continuo: molti atleti si assembrano nello stesso spazio in una fase della prestazione sportiva e/o nella pratica hanno un contatto continuo e molto ravvicinato con l’avversario
Il documento elaborato dal Politecnico riporta, per alcune discipline sportive, le più comuni situazioni riscontrabili in allenamento o in gara, la classificazione delle attività nella relativa classe di rischio e le azioni di mitigazioni appropriate.
Sono state selezionate, a titolo di esempio, discipline appartenenti alle classi:
A) Sport di squadra
B) Sport ciclici
C) Sport di coordinazione complessa
D) Sport di combattimento
Nelle tabelle di esempio sono suggerite azioni di mitigazione del rischio per le specifiche attività.
La definizione delle stesse è basata sullo stesso approccio utilizzato negli ambienti di lavoro e si articola su tre livelli, di complessità via via crescente:
Livello 1 – Applicazione del distanziamento sociale: ove il distanziamento sociale non sia compatibile con l’attività specifica
Livello 2 – Uso dei dispositivi di prevenzione del contagio (mascherine, visiere, guanti,..): ove l’uso dei dispositivi di prevenzione del contagio non sia compatibile con l’attività specifica
Livello 3 – Valutazione di non-contagiosità (tampone 48 ore prima dell’attività)
A proposito del distanziamento sociale, si richiama l’attenzione sul fatto che la distanza di sicurezza è da definire sulla base dell’attività specifica e dell’ambiente.
Dall’analisi del documento e degli esempi formulati, è possibile ricavare indicazioni utili per ciascuna disciplina sportiva, che dovranno essere alla base delle valutazioni propedeutiche alla ripresa dell’attività sportiva.
Imprescindibile, sarà inoltre l’apporto di ciascuna Federazione, in base delle specificità di ciascuna disciplina: è pertanto necessario che ciascuna Federazione si esprima con un proprio protocollo.
Di seguito alcuni protocolli emanati alla data di pubblicazione del presente intervento:
– Federazione Italiana Pesistica
– Federazione Ginnastica d’Italia
– Federazione Italiana Biliardo Sportivo
Ci auguriamo che quanto prima tutte le FSN emanino i propri protocolli, in modo da supportare i dirigenti sportivi in questa difficile fase di ripresa dell’attività sportiva e di gestione dei rischi connessi.
1 Per sito sportivo si intende indifferentemente ogni locale o insieme di locali destinato allo svolgimento di esercizî sportivi (atletici, ginnici, di pratica motoria) fornito degli attrezzi necessarî, di spogliatoi, di impianti igienici e docce ovvero ogni impianto che rappresenta un insieme di uno o più spazi di attività sportiva dello stesso tipo o di tipo diverso, che hanno in comune i relativi spazi e servizi accessori, preposto allo svolgimento di manifestazioni sportive.