Qual è la fattispecie che ci ha indotto a fare un piccolo "ripasso" sulla obbligatorietà (più correttamente: necessità) per le a.s.d. di dotarsi di un indirizzo PEC?
Un'ipotesi non certo rara nel mondo dei sodalizi sportivi: si tratta del caso in cui l'ente pubblico, generalmente il Comune, riceva dalla società o associazione sportiva una somma che per lo stesso costituisce un ricavo, l'esempio più classico è certamente la somma relativa al canone per l’affitto dell’impianto sportivo locato. Ebbene, in questo – come in tutti i casi di fatturazione attiva – sempre più spesso i Comuni decidono di emettere la fattura nel formato elettronico.
E questo comporta che il ricevente la fattura (la a.s.d.) si trova davanti alla seguente alternativa: o utilizzare il Sistema di Interscambio (SdI) – vale a dire il sistema informatico gestito dall'Agenzia delle Entrate che riceve la fattura sotto forma di file con le caratteristiche della FatturaPA, effettua i controlli sul file, e la inoltra al destinatario – ovvero, sempre la a.s.d., si dota di una casella PEC, alla quale verrà inviata la fattura. E questa seconda soluzione è senza dubbio la più semplice… e dotarsi di una casella PEC non solo è molto più semplice di quanto si abbia a temere, ma presenta pure alcuni indubbi vantaggi.
Come è noto, da tempo la casella PEC è obbligatoria per una serie di soggetti: da novembre 2011 tutte le società sono tenute a comunicare l'indirizzo al Registro Imprese, e da fine giugno 2013 lo stesso obbligo è in capo alle ditte individuali e agli artigiani. Nella prima categoria, le società, rientrano senz'altro le s.s.d.; diverso il discorso per le a.s.d., che senz'altro non sono obbligate.
Ma – e torniamo così a quanto si diceva in apertura – la PEC diventa necessaria per chiunque debba ricevere le fatture in formato elettronico.
Ora, aprire una PEC è davvero procedura semplice, di bassissimo costo, se non addirittura nullo: avere una casella PEC permette di inviare e ricevere messaggi aventi lo stesso valore legale di quello di una raccomandata con ricevuta di ritorno, permette di comunicare con la pubblica amministrazione e molto spesso anche con le aziende private. Insomma, forse vale la pena prendere in considerazione, per chi ancora non l'abbia fatto, di dotarsi anche di questo tipo di e-mail. Con due importanti raccomandazioni: quella di avere la costanza di controllarla con frequenza (e se non si vuole scaricarla sul propio client molti provider mettono a disposizione la possibilità di una notifica per sms quando ci sono nuove comunicazioni) e quella di provvedere annualmente al suo rinnovo!
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Un'ultima chiosa: che la PEC stia diventando mezzo sempre più importante di comunicazione è dimostrato da una modifica al sistema di notificazione previsto dal codice di procedura civile: il d.l. n. 193/2016 (“Disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili”, convertito con modificazioni nella legge 225 del 1 dicembre 2016) prevede, all’articolo 7-quater, co. 6, 7 e 8, che a partire dal 1 luglio 2017 gli atti impositivi (avvisi e atti del fisco) potranno essere notificati solo via PEC alle imprese individuali, alle società e ai professionisti iscritti negli appositi albi o elenchi istituiti con legge dello Stato.
La novità, ancora una volta, non interessa le categorie non indicate e dunque non le a.s.d., ma la norma aggiunge che questo nuovo sistema di notifica potrà essere utilizzato anche nei confronti dei cittadini non obbligati ma che ne abbiano fatto espressa richiesta… un ulteriore segnale verso la sempre più diffusa informatizzazione dei canali di comunicazione tra PA e soggetti privati.