Sabato 3 marzo, a Roma, si è tenuta la prima assemblea spontanea di associazioni e società sportive dilettantisitche: davanti a nuove prospettive causate della crisi finanziaria che il paese sta attraversando, dove gli enti locali annullano o tagliano i contributi a favore dello sport, non progettano nuovi impianti sportivi né pensano a politiche di manutenzione per quelli esistenti, dove i piccoli sponsor si ritirano, dove una normativa civilistica e tributaria è sempre più aggrovigliata, dove fare il dirigente sportivo è divenuto un onere con troppe responsabilità, dove le famiglie hanno difficoltà nel sostenere le modeste spese per la frequenza ai corsi sportivi, ebbene, davanti a tutto ciò è tempo di ripensare e spendere bene le risorse disponibili e di promuovere una nuova cultura dello sport.
All’uopo il neo movimento ha elaborato un documento base con dodici punti e aperto un sito dove gli enti sportivi possono aderire e dare consapevolmente il proprio contributo (www.vocedellosport.it). In particolare gli enti sportivi organizzati su base associativa lamentano come lo Stato nei suoi diversi momenti organizzativi (Ministeri, Regioni, Province, Comuni) non si occupi dello sport di base, e come il mondo sportivo organizzato nel Comitato Olimpico venga lasciato da solo a fronteggiare le attuali difficoltà.
Eppure, affermano i diversi dirigenti sportivi e promotori dell’iniziativa, lo sport è fondamentale ed è insostituibile, in quanto contribuisce alla salute dei cittadini e a diffondere stili di vita sani. Migliora le condizioni sociali del territorio, svolge una primaria funzione sociale ed educativa e con lo sport intere generazioni di giovani crescono mentre adolescenti e anziani trovano energie e voglia di vivere. “Ci rivolgiamo alle istituzioni”, hanno detto i promotori dell’iniziativa, ”per sollecitare un impegno straordinario, pur rendendoci conto che non è il momento di chiedere finanziamenti straordinari, ma è utile spendere bene le poche risorse che si destinano alle politiche sociali e a quelle per la salute, per l’ambiente, l’educazione”.
L’iniziativa ha avuto l’apprezzamento del Csit, la Confèderation Sportive International Travailliste et Amateur, la rete mondiale dello sport riconosciuta dal Cio.
1. Riconoscimento dell’attività sportiva come “Bene di interesse collettivo” e diritto con dignità costituzionale, così come indicato dal Libro Bianco sullo sport promulgato dall’Unione Europea nel 2007;
2. Riconoscimento del “Valore sociale dello Sport” nelle leggi di settore, a partire dai Piani Sanitari Nazionali e Regionali e dalla legge istitutiva delle Fondazioni Bancarie;
3. Sostituire la consuetudine delle gare d’appalto al massimo ribasso per la gestione degli impianti sportivi pubblici con l’affermazione di criteri fissati in Convenzioni o procedure concorsuali, capaci di valorizzare la qualità del volontariato e dell’associazionismo sportivo attivo sul territorio;
4. Premiare il “valore sociale” delle attività svolte dalle (ASD) Associazioni Sportive Dilettantistiche, con particolare riferimento alle attività di Inclusione, a quelle per le persone anziane e a quelle rivolte alla cura di determinate patologie;
5. Provvedimenti urbanistici che consentano un nuovo sviluppo dell’impiantistica sportiva e facilitino gli interventi di manutenzione e riqualificazione operati dal non profit sportivo;
6. Salvaguardia delle facilitazioni fiscali per le (ASD) Associazioni Sportive Dilettantistiche, come presupposto per il loro funzionamento e il loro sviluppo sul territorio;
7. Introduzione della limitazione di responsabilità civile per le ASD, insieme all’introduzione di normative e regolamenti di semplificazione burocratica e fiscale;
8. Riconoscimento del volontariato sportivo, accesso ai Centri di Servizio del Volontariato per la formazione dei volontari, possibilità di utilizzare i giovani del servizio civile con esplicito riferimento da parte della legge 64/2001;
9. Garanzia della proprietà dei diritti sulla comunicazione e sul marchio per gli eventi proposti dalle ASD, raccogliendo in tal senso una pressione che sta crescendo in Europa proprio da parte di associazioni sportive di base;
10. Riconoscimento delle attività formative svolte dalle ASD;
11. Riconoscimento all’attività formativa e vivaistica svolta dalle ASD nei confronti dei giovani talenti che proseguono nella carriera sportiva e professionistica. Questo riconoscimento andrà sostenuto dalle società professionistiche nei confronti delle ASD di provenienza dei giovani talenti;
12. Buono fiscale destinato alle famiglie per la pratica sportiva non professionale, agonistica e non agonistica.
* dr. Enzo Marra, Componente ufficio studi Coni Napoli